Un ictus non è un solo evento. È un colpo al cervello, ma ci sono due modi molto diversi in cui può accadere. Uno è come un blocco in un tubo, l’altro come una rottura. Capire la differenza non è solo una questione medica: può salvare una vita.
Quale tipo di ictus è più comune?
Ogni anno, negli Stati Uniti, circa 87 su 100 ictus sono ischemici. Significa che un coagulo ha ostruito un vaso sanguigno che porta sangue al cervello. Il resto, circa 13-15%, è emorragico: un vaso si rompe e il sangue inizia a fuoriuscire dentro o intorno al cervello. Questo non è un dettaglio tecnico. È una differenza cruciale che cambia tutto: dai sintomi al trattamento, dalla prognosi alla prevenzione.
L’ictus ischemico non arriva sempre di colpo. Spesso i sintomi si sviluppano lentamente, in pochi minuti o anche ore. Qualcuno potrebbe notare una debolezza che si diffonde da un braccio alla mano, o una difficoltà a parlare che peggiora piano piano. È un attacco silenzioso, ma non meno pericoloso. Il 50% di questi casi è causato da un coagulo che si forma direttamente nelle arterie del cervello (ictus trombotico). Il 20% arriva da un coagulo che si forma altrove - spesso nel cuore - e viaggia fino al cervello (ictus embolico). E poi c’è il 30% di ictus “criptogenici”: non si trova la causa, nonostante tutti gli esami.
Cosa rende l’ictus emorragico così diverso?
L’ictus emorragico non fa giri. Esplode. È come se un tubo d’acqua sotto pressione si rompesse dentro la testa. Il 92% dei pazienti riporta un mal di testa improvviso, mai provato prima - descritto come “l’ictus più forte della mia vita”. Il 79% diventa agitato, confuso, persino violento. Il 87% ha pupille dilatate. Il 17% ha convulsioni. Questi non sono sintomi comuni nell’ictus ischemico. Lì, il mal di testa è raro, le pupille sono normali, le convulsioni quasi assenti.
La causa più comune? L’ipertensione non controllata. Circa l’80% degli ictus emorragici interni (quelli dentro il tessuto cerebrale) sono direttamente legati a pressione alta cronica. I vasi si indeboliscono, diventano fragili, e alla fine cedono. L’altro tipo di emorragia - quella tra il cervello e la sua membrana esterna - è spesso causata da un aneurisma rotto. È meno frequente, ma ancora più letale.
Trattamento: cosa succede in ospedale?
Non esiste un’unica cura per l’ictus. Dipende da cosa ha rotto il cervello.
Nell’ictus ischemico, il tempo è cervello. Se arrivi in ospedale entro 3-4,5 ore dai primi sintomi, puoi ricevere un farmaco chiamato tPA (alteplase) o tenecteplase. Questo farmaco scioglie il coagulo. È efficace, ma solo se dato presto. Per i grandi blocchi, c’è un’altra opzione: la trombectomia meccanica. Un catetere viene guidato fino al cervello e il coagulo viene fisicamente rimosso. Funziona fino a 24 ore dopo l’ictus, ma i risultati sono migliori se fatto entro le prime 6 ore.
Nell’ictus emorragico, non puoi sciogliere il sangue. Devi fermarlo. Spesso serve un intervento chirurgico. Il clipping: un chirurgo apre il cranio e mette una piccola graffa metallica sull’aneurisma per chiuderlo. Il coiling: un catetere entra dall’inguine, arriva all’aneurisma e lo riempie con piccole bobine di metallo, impedendogli di rompersi di nuovo. In alcuni casi, si usa una tecnica minimamente invasiva per aspirare il sangue in eccesso e ridurre la pressione sul cervello.
La prima cosa che fanno tutti gli ospedali? Una TAC senza contrasto. Subito. Per capire se è un blocco o una rottura. Se sbagli, se dai tPA a qualcuno con un’emorragia, puoi ucciderlo.
Prevenzione: cosa puoi fare oggi?
La buona notizia? Più della metà degli ictus sono prevenibili. Ma la prevenzione cambia a seconda del tipo.
Per l’ictus ischemico, se hai la fibrillazione atriale - un battito cardiaco irregolare - il rischio di ictus aumenta di 5 volte. La soluzione? Anticoagulanti. Farmaci come l’apixaban o il warfarin riducono il rischio del 60-70%. Se non hai la fibrillazione, ma hai già avuto un ictus o un TIA, l’aspirina da 81 mg al giorno o il clopidogrel possono ridurre il rischio di un secondo ictus del 25%.
Per l’ictus emorragico, la chiave è la pressione. Non “abbassarla un po’”. La ricerca SPRINT ha dimostrato che tenere la pressione sistolica sotto i 120 mmHg - invece che sotto i 140 - riduce il rischio di emorragia cerebrale del 38%. È un obiettivo ambizioso, ma funziona. E non si tratta solo di farmaci. Cambiamenti nello stile di vita fanno la differenza.
La dieta mediterranea - ricca di verdure, frutta, noci, pesce e olio d’oliva - riduce il rischio di ictus del 30%. Fare 150 minuti di esercizio moderato a settimana (camminare veloce, nuotare, pedalare) abbassa il rischio del 27%. E smettere di fumare? Dopo un anno, il tuo rischio di ictus è già dimezzato.
Perché la diagnosi tardiva è così pericolosa?
Il 41% dei pazienti analizzati dall’American Stroke Association ha riportato di essere stato diagnosticato male la prima volta. Soprattutto i giovani. Un mal di testa intenso? “È un’emicrania”. Una debolezza al braccio? “È un crampo”. Un linguaggio confuso? “Ha bevuto troppo”.
Ma l’ictus non aspetta. E non si manifesta sempre con i classici segnali. A volte è solo un leggero intorpidimento, un’inspiegabile confusione, una visione doppia. Il trucco? Conoscere FAST.
- F (Face): un lato del viso cade?
- A (Arm): sollevi entrambe le braccia? Una scende?
- S (Speech): parla in modo strano, confuso, o non riesce a parlare?
- T (Time): chiama subito il 118. Non aspettare. Non chiedi a un amico. Non guardi su Google. Chiama.
Il 73% dei pazienti con buoni risultati hanno riconosciuto questi segnali entro 5 minuti. E hanno chiamato. Subito.
Cosa cambierà nei prossimi anni?
La medicina sta andando oltre i tempi fissi. Un nuovo studio, il WAKE-UP, ha mostrato che con una risonanza magnetica avanzata, possiamo capire se il tessuto cerebrale intorno al coagulo è ancora vivo - anche 9 ore dopo l’ictus. Se sì, il tPA può ancora essere utile. Questo potrebbe aiutare un altro 20% di pazienti.
Per l’emorragia, la chirurgia minimamente invasiva con l’uso di alteplase per sciogliere il sangue in eccesso ha ridotto la mortalità del 10% a un anno. E presto potremmo avere un esame del sangue che distingue l’ictus ischemico da quello emorragico in 15 minuti, con il 92% di precisione. Basterà un prelievo in ambulanza, prima ancora di arrivare in ospedale.
Le telemediche stanno portando specialisti in aree remote. Ora, un medico in una città può guidare un ictus in un piccolo ospedale rurale, attraverso uno schermo. Il risultato? Accesso a cure specialistiche aumentato del 300% negli ultimi 5 anni.
La realtà dei numeri
L’ictus è la quinta causa di morte negli Stati Uniti. Ogni 19 morti, una è causata da un ictus. Il costo annuale? Oltre 53 miliardi di dollari. Ma la buona notizia è che, grazie alla prevenzione e ai nuovi trattamenti, il tasso di mortalità sta scendendo. Il numero di casi cresce - perché la popolazione invecchia - ma più persone sopravvivono, e con meno disabilità.
Non è una battaglia persa. È una battaglia che puoi vincere - con informazione, azione e rapidità.
Qual è la differenza principale tra ictus ischemico ed emorragico?
L’ictus ischemico avviene quando un coagulo blocca un vaso sanguigno che porta sangue al cervello. L’ictus emorragico avviene quando un vaso si rompe e il sangue fuoriesce nel cervello o intorno ad esso. Il primo è un blocco, il secondo è una perdita. Il primo è più comune (87%), il secondo è più mortale.
I sintomi sono diversi tra i due tipi di ictus?
Sì, spesso. L’ictus emorragico causa mal di testa improvviso e violento (92% dei casi), convulsioni, pupille dilatate, agitazione e perdita di coscienza. L’ictus ischemico tende a svilupparsi più lentamente: debolezza, difficoltà a parlare, intorpidimento, ma raramente mal di testa intenso o convulsioni.
Cosa bisogna fare subito dopo un ictus?
Chiama subito il 118. Non aspettare. Non controllare su Internet. Non chiedi a qualcuno se è serio. Ogni minuto conta. Il trattamento più efficace per l’ictus ischemico funziona solo entro poche ore. Per l’emorragico, la diagnosi rapida determina se serve chirurgia. Il tempo è cervello.
Posso prevenire un ictus se ho la pressione alta?
Sì, e con grande efficacia. Tenere la pressione sistolica sotto i 120 mmHg (non 140) riduce il rischio di ictus emorragico del 38%. È più efficace di qualsiasi farmaco. Combina farmaci, dieta mediterranea, esercizio fisico e smettere di fumare per il massimo beneficio.
L’aspirina aiuta a prevenire tutti i tipi di ictus?
No. L’aspirina è utile per prevenire un secondo ictus ischemico, perché impedisce la formazione di coaguli. Ma non aiuta - e potrebbe essere pericolosa - in caso di ictus emorragico, perché rende più difficile la coagulazione del sangue. Non prenderla senza consultare un medico.
Cosa significa “ictus criptogenico”?
Significa che dopo tutti gli esami - ecocardiogramma, monitoraggio del cuore, risonanza magnetica - non si trova la causa del blocco. Rappresenta circa il 30% degli ictus ischemici. Spesso, la causa potrebbe essere un’embolia silenziosa dal cuore, non rilevata da esami standard. Per questo, alcuni pazienti vengono monitorati più a lungo o trattati con anticoagulanti per prevenire un secondo episodio.
Cosa fare ora?
Se hai la pressione alta, controllala ogni giorno. Se hai la fibrillazione atriale, prendi i farmaci come prescritto. Se fumi, smetti. Oggi. Se non fai attività fisica, inizia con 20 minuti di camminata veloce. Mangia più verdure, meno sale, meno zucchero. E impara FAST. Non perché ti serva per te. Ma perché potrebbe servire per qualcuno che ami.
Un ictus non arriva con un campanello. Arriva in silenzio. Ma tu puoi essere la persona che lo sente. E agisce.